Nel quarto e ultimo trimestre 2022, l’analisi qualitativa BEV – Italy Progress Index, realizzata da Quintegia, racconta un timido segnale di crescita, con un punteggio che si attesta a 44,6, che fa sperare in un recupero nel percorso di elettrificazione in Italia, nonostante il deciso calo rispetto allo stesso periodo del 2021 nel quale si registrava un punteggio di 12 punti superiore. Leggero rialzo influenzato dalle immatricolazioni, che hanno conquistato terreno in chiusura d’anno, rispetto al terzo trimestre 2022 che si era chiuso con 43,8.
A tenere, o meglio a sostenere la situazione, i numeri relativi alle infrastrutture: con un punteggio di 72,3, sempre riferito all’ultimo trimestre 2022 durante il quale sono state installate 2.634 unità, si confermano in costante crescita e sempre più allineate all’obiettivo. Rispetto al 2021 le infrastrutture sono aumentate del 46%, con un totale di 19.334 elementi. Sulla rete autostradale, nel 2022 sono stati generati 378 punti di ricarica in più.
In termini di potenza di ricarica, l’88% dei punti di ricarica installati su tutto il territorio italiano è in corrente alternata (AC), mentre il 12% in corrente continua (DC). Le installazioni con potenze sempre più elevate crescono: oltre ad essere raddoppiata la quota dei punti in DC (nel 2021 i punti in DC erano intorno al 6%, a fronte del 12% del 2022), la quota dei punti ultraveloci (con una potenza superiore ai 150 kW) è triplicata – fonte “Report Infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia” pubblicato pochi giorni fa da Motus-E.
Osservando il 2022 nella sua totalità, il BEV – Italy Progress Index, descrive un anno difficile per le auto elettriche in Italia, con un immatricolato in calo del 26,6% rispetto al 2021 (con 49.500 BEV immatricolate nel 2022). Gli ultimi tre mesi dell’anno hanno segnato un leggero recupero, ma comunque non sufficiente. Da luglio a settembre si sono contate poco meno di 11.000 immatricolazioni di vetture elettriche, per arrivare invece a oltre 13.000 nel trimestre conclusivo.
Il mese di dicembre con 4500 immatricolazioni BEV non è stato così impattante come negli anni precedenti ma in linea con gli altri mesi del 2022.
Da ottobre a dicembre il canale dei privati ha registrato una quota del 47%, a seguire il noleggio a breve e lungo termine con il 29%, le autoimmatricolazioni con il 14% e le società con il 10%. Tra gli stati dell’Unione Europea il nostro Paese si piazza al 18esimo posto su 26 per quota di mercato delle BEV con 3,7%, contro il 12,1% della media dell’Unione Europea. Direzione opposta per la situazione delle infrastrutture di ricarica pubblica in cui l’Italia risulta a buon punto e con un ritmo di crescita molto alto. Nel 2022 infatti sono state installate oltre 6.000 infrastrutture, quasi la metà di tutte quelle già presenti sul territorio a fine dicembre 2021.
“La decisione confermata dall’Europa che prevede lo stop alla produzione di auto diesel e a benzina richiede uno sforzo in più per preparare il nostro Paese al cambiamento. I risultati dell’indice, se valutati nella totalità del 2022, ci illustrano un ritmo ancora zoppicante. Certo, è innegabile che fattori esogeni abbiano avuto un effetto sulla velocità di sviluppo del processo di elettrificazione. L’analisi di Quintegia, insieme alle ampie riflessioni e soluzioni concrete che scaturiranno dalla prossima edizione di Automotive Dealer Day, a maggio, saranno il punto di riferimento per affiancare il settore automotive affinché possa puntare a raggiungere correttamente la meta finale, anche con il supporto imprescindibile del Governo”, dichiara Nicola Pasqualin Senior Researcher & EV Expert, di Quintegia.
Il BEV – Italy Progress Index*, prende in considerazione tre componenti principali:
- il parco circolante BEV (Battery Electric Vehicle),
- le immatricolazioni BEV (Battery Electric Vehicle) trimestrali,
- le infrastrutture di ricarica elettrica, quest’ultime valutate sia per diffusione sia per potenza di erogazione.
Per quanto riguarda il parco circolante, nel nostro Paese il numero di vetture nel 2022 ha superato le 167.000 unità BEV, che in termini percentuali vuol dire +41,5% rispetto al 2021. Dal punto di vista regionale, considerando i dati depurati dalla componente noleggio che influisce molto sull’immatricolato di alcune provincie, in merito a parco circolante e immatricolazioni è capofila la Valle D’Aosta.
Se si considera la rete infrastrutturale, al primo posto c’è l’Emilia Romagna con 79,6 punti, mentre si conferma fanalino di coda la Campania con 50,4 punti. La media delle regioni italiane è in leggera crescita con 68 punti rispetto ai 66,5 del Q3 2022.
Quanto costa fare il pieno di energia.
Considerando i 9 operatori presenti sul territorio italiano con la propria infrastruttura pubblica analizzati, la media dei soli prezzi al consumo per una ricarica fino a 22kW di potenza è di 0,63€ al kW/h, fino a 50kW di potenza è di 0,77€ al kW/h e oltre a 50kW di potenza è di 0,83€ al kW/h. Le cifre sono aggiornate alla prima settimana di febbraio e in crescita rispetto alla prima settimana di dicembre 2022, in particolare +0,10€ al kW/h per la fascia fino a 22kW, +0,17€ al kW/h fino a 50kW e +0,12€ al kW/h oltre i 50kW.
Mediamente un cittadino italiano percorre circa 770 km al mese [fonte: Rapporto Mobilitaria 2022] e ipotizzando l’utilizzo di un’auto elettrica efficiente intorno ai 13,5kW/h per 100km, il consumo mensile sarà di circa 100kW/h. Calcolando per ogni operatore la soluzione più economica per ricaricare 100 kW/h ad almeno 50kW di potenza al mese, considerando sia offerte al consumo sia formule di abbonamento, il prezzo medio risulta 0,60€ al kW/h rispetto allo 0,50€ al kW/h di inizio dicembre. Ricaricare 100kW/h costerà quindi in media 60€. L’operatore più economico permette di abbassare il costo fino a 45€ per 100kW/h, ovvero 0,45€ al kW/h. Nel caso di un chilometraggio mensile maggiore esistono soluzioni che garantiscono il contenimento dei costi fino a 0,35€ al kW/h.
* Il BEV IPI fornisce un range da 0 a 100, e indica la percentuale di raggiungimento di obiettivi trimestrali graduali crescenti che, se rispettati, permetteranno all’Italia di raggiungere gli ultimi target disponibili fissati per il 2030 (PNIEC – Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).
(Fonte: elaborazioni Quintegia su dati ACEA, Aci, Motus-E e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti